lunedì 2 luglio 2018

Carote al latte

Un must dei piatti facili sono le carote al latte, cremose e gustose possono essere anche messe sul pane tostato come antipasto, servite come contorno e per accompagnare carni o pesce, con aggiunta di curcuma diventano esotiche, con un po' di maggiorana acquistano in eleganza, con del rosmarino saranno piú rustiche, con il Parmigiano saranno sostanziose... sbizzarritevi!


Ingredienti:
Calcolate due carote a testa
Due cucchiai d'olio e.v.o.
Tre di farina
Mezzo litro di latte (o sufficiente a coprirle)
Se siete intolleranti potete usare una bevanda di soia non dolce
Sale q.b.
Facoltativo: 2 cucchiai di Parmigiano grattugiato 


Fate soffriggere le cipolle con l'olio in una pentola abbastanza alta e capiente da poterle poi coprire con il latte. 

Lasciatele dorare senza muoverle troppo e solo quando acquistano colore giratele.
A questo punto mettete la farina e fatela dorare per un minuto, aggiungete goccia a goccia il latte e lasciatelo assorbire rimestando fino a  coprire tutte le carote.
Quando il composto é cremoso il piatto é pronto. Se lo desiderate Parmigiano Reggiano va aggiunto ora.
Buon appetito!

venerdì 13 aprile 2018

Pane di Debora






Apriamo con questo brano dei Queen, che è uno dei miei preferiti.

Mamma non intendevo farti piangere, ma se domani a quest'ora non fossi tornato tu vai avanti nella tua vita come se niente fosse.
Come se una madre potesse farlo, non è vero?
I figli non sono nostri, lo sappiamo bene, eppure quando qualcosa di male accade loro, non possiamo andare avanti come se nulla fosse. Perché anche se non sono nostri fanno parte della nostra anima, sono il nostro sangue, la nostra pelle, il nostro respiro.
Come si dice a Napoli, sono piezz'core.










Il pane di Debora che vi presento oggi invece anche se ricco e nutriente é leggero e speciale come lei. 
Debora infatti è una donna imprenditrice che ha aperto un ristorante trattoria a Genova, in un carruggio che si chiama Archivolto Mongiardino.
Cucina da quando era ragazzina, i piatti liguri sono la sua specialità.
Mi ha passato questa ricetta del pane che io pubblico qui per noi.



ingredienti:
700 gr di farina 00 macinata a pietra 
200 gr di farina integrale macinata a pietra
500 ml di acqua
tre prese di sale
1 cubetto di lievito di birra oppure 150 gr di lievito madre


2 etti di frutta secca di vostro gradimento
potete usare arachidi, mandorle, pinoli, nocciole, anacardi,ecc., spezzettate.
Potete anche usare frutta secca dolce come prugne, uvette, albicocche..tagliate a listarelle ( l'uvetta va sempre ammollata a sciacquata)





Procedimento:
se usate il lievito scioglietelo in un bicchiere d' acqua intiepidita, aggiungete la farina poco per volta e il sale alla fine, dopo aver incorporato tutta la farina.


Impastare bene fino ad ottenere una palla liscia e morbida in questo modo fate in modo che il glutine cominci a lievitare.

Aspettate che l'impasto raddoppi, tenendolo coperto al tiepido. Formare il pane e deporlo in una terrina del tipo plumcake aggiungendo la frutta secca.

Se usate il lievito madre il procedimento è lo stesso come sopra, potete comunque intiepidire l'acqua per far agire più velocemente la fermentazione, ma sappiate che ci vorrà più tempo. Potete anche riporre l'impasto in frigo e lasciarlo lievitare 12 ore o più, l'impasto finale avrà un gusto diverso in ogni caso, più acidulo, ma ugualmente buono e digeribile. Poi lo lavorerete allo stesso modo.


Cuocere a 200° in forno per 40 minuti circa.

Con questo pane potete fare bruschette o merende fantastiche. 






Trattoria archivolto Mongiardino
Via Archivolto Mongiardino 2
16123 Genova
tel.010 2477610
aperti dal martedì alla domenica solo la sera venerdì, sabato e domenica anche a pranzo


















Menù del viaggiatore e prezzi:
Antipasto misto della casa 12 euro
spaghetti alle vongole e pesto 12 euro
spaghetti ai frutti di mare 12 euro
frittura mista 13 euro
Specialità crostacei e aragosta
Ottimi menù di pesce fresco a 25 euro
In trattoria potrete gustare il Nostralino, un vino storico quasi introvabile.



sabato 7 aprile 2018

Mafaldine di farina semola integrale rimacinata

Vorrei fare una cosa ma sono bloccata. Poi però ci ripenso e vorrei farla. Ma se poi non sortisse l'effetto sperato? 
Restiamo qui sdraiati dài finché non arriverà l'estate.
Lascia che ti baci per l'ultima volta.


..Beh non vi capita mai di sentirvi sulle montagne russe? Roller coaster dei Blink 182 parla di queste emozioni contrastanti.
Capita spesso se siete innamorati, e avete paura che la vostra lei o lui vi porterà in fondo a un precipizio. Non bastano le sue rassicurazioni, continuate a vederlo quel precipizio, e allora vorreste scappare, ma poi.. inesorabilmente tornate indietro. Questo è amore.








Mentre ascoltiamo, vi propongo una ricetta di pane morbido fatta con semola integrale rimacinata.
La semola di grano duro si distingue subito rispetto alle farine ricavate da grano tenere grazie al suo caratteristico colore giallastro e alla consistenza più granulosa rispetto a quella della farina bianca.

La farina di semola di grano duro, rispetto alle farine ottenute dal grano tenero, è più ricca in proteine e se scelta nella variante integrale è un alimento completo che mantiene intatte tutte le caratteristiche del chicco da cui viene ricavata. 


Passiamo alla ricetta

Ingredienti:
1 kg di semola rimacinata integrale di grano duro
650 gr di acqua 
250 gr di lievito madre o 25 lievito di birra (cubo)
20 gr di sale
qualche cucchiaio di latte
semi di sesamo e di papavero




1. Impastate tutti gli ingredienti tranne i semi e il latte.


Se usate il lievito madre potete lasciare lievitare 12 ore in frigorifero, in una ciotola coperta con pellicola. Poi aspettate ancora prima di lavorare la massa che sia a temperatura ambiente ( un'oretta). 


Se invece desiderate infornare in tempi brevi potete usare il lievito di birra, usando l'acqua dopo averla intiepidita, e lasciar lievitare fino al raddoppio del volume.

In ogni caso dopo procedete così:

2. Rovesciate l'impasto sul piano da lavoro e dividete in parti uguali.
3.Da ogni pezzatura ricavate dei filoncini lunghi circa 60 cm.
4.Con ogni rotolo formate una serpentina, arrivate oltre la metà del rotolo, quindi sollevate l'ultimo tratto , riportatelo verso il centro piegandolo all'indietro, appoggiatelo sopra la serpentina stessa e fissatene l'estremità, poi mettetelo sulla placca del forno sopra la carta forno.
5.Spennellate la superficie con un poco di latte e distribuitevi sopra i semi, alternandoli per ogni mafaldina.
6.Fate lievitare ancora 15 minuti.
7. Infornate a 200° per 10 minuti e poi 180° per 30 minuti.

Se da questo impasto non volete ricavare le mafaldine ma due grossi pani  la cottura andrà effettuata a 230° per 15 minuti e a 180° per circa 30 minuti.















Ed ora una poesia d'amore di Eugenio Montale, perché sapete bene che saranno la poesia e l'amore a salvarci.


“Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale”
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

venerdì 6 aprile 2018

I nonni sono una grande risorsa

Guardando questa foto provo una tenerezza immensa, vedo gli occhi di mio padre Giovanni, di mio cugino Marco, lo sguardo di mio zio Franco, ma soprattutto la bellezza semplice e pulita di una ragazza di fine 1800. Indossa una camicetta che ha confezionato con le sue stesse mani, ricamandola e impreziosendola con maestria. 


Non era certamente una sarta, ma con pazienza sapeva cucire ogni cosa, non solo rammendare, ricamare, ma farsi vestiti e completi dalla a alla z, e se mia zia sa fare altrettanto è perché glielo ha insegnato lei. A me ha insegnato ad armeggiare l'uncinetto e da piccola mi occupava il tempo fare lunghissime catenelle con cotone o lana, che poi diventavano gomitoli, mentre lei cuciva e ascoltavamo la radio. 
Ricordo la corrida di Corrado, con lei che rideva, solare e bellissima, e la preghiera serale prima di andare a nanna:"ascolta si fa sera".
Ricordo quando ero più grande, quando mi preparava una colazione molto nutriente: uovo sbattuto e zucchero, poi versava sopra il latte, perché diceva: "devi sostenerti per andare a scuola" . Tutto questo era digeribilissimo, mentre a casa bevevo solo tea..

Passavo giornate intere da lei, mentre i miei erano occupati con il lavoro, mi accoglieva facendomi le coccole e chiamandomi "picialina".

L'ho sempre vista così: con questo sorriso magnetico che parte dagli occhi.
Ha avuto tre figli: due maschi e una femmina, vivacissimi, di cui certamente il più terribile era mio padre. La nonna si preoccupava per lui sempre, perché non ascoltava lei e nessun altro, uno spirito completamente libero, da bambino combinava ogni sorta di guaio, ma per fortuna era buono.

E voi che ricordi avete delle vostre nonne?

In questa foto la nonna Maria aveva 20 anni, e le ciocche di capelli ondulate se le faceva con dei ferri che scaldava sulla stufa a legna prima di metterli tra i capelli. Mia nonna sapeva fare ogni cosa, perfino aggiustarsi le scarpe, perché alla sua epoca era più che mai importante risparmiare, è sopravvissuta alle due guerre mondiali e malgrado ciò sorrideva sempre.



A volte sento di alcune amiche che sono nonne e vengono riprese dai figli perché lasciano fare, ai nipoti che hanno in custodia, cose che a casa loro non farebbero. Secondo i genitori li "viziano" creando problemi a loro nell'educarli.

Genitori non preoccupatevi di questo. 
I bambini sanno esattamente la differenza che c'è tra nonna e mamma, tra nonno e papà.
I bambini sanno che ciò che i nonni lasciano fare loro è una gentile concessione, capiscono perfettamente anche che questi vizi sono coccole speciali, attenzioni che solo i nonni hanno il tempo e la pazienza di dare.

Quello che i nonni sapranno dare ai vostri bambini sarà un affetto molto profondo, un sentimento dell'amore che hanno per voi che si rinnova attraverso loro. Si sentiranno di poter dimostrare a loro tenerezze che forse hanno stentato a dare a voi, o semplicemente non avevano tutto il tempo per farlo con voi, che ora invece hanno e possono sfruttare per lasciare ricordi indelebili nei vostri figli.

Non dimenticate mai quanto i nonni siano un dono, prezioso.



bacodaseta: ricette, poesia e fantasia. by Patrizia Bacuzzi is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License.
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sabato 17 marzo 2018

Mamma perché devo imparare una poesia a memoria?

Una domanda che significa: mamma a cosa serve imparare una poesia a memoria?



“Medicina, legge, economia, ingegneria sono nobili professioni, necessarie al nostro sostentamento, ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l’amore, sono queste le cose che ci tengono in vita”.




 E' cosí bello quando ti vengono in mente le poesie che hai imparato alle elementari: " Il sabato del villaggio" del mio amico Leopardi per esempio, con quella fresca e leggiadra donzelletta, che vien dalla campagna.









Certo, se non la rileggo non me la ricordo tutta, ma appena la rispolveri, come per incanto torna fuori la mia voce di bimba a recitarla senza esitazioni. Cos'avrá cambiato nella mia vita il fatto di averla imparata e recitata a memoria davanti alla maestra e a tutta la classe?
Mi avrà solo ripagato in crescita di autostima per gli elogi ricevuti, oppure avrò capito appieno il significato che l'autore voleva trasmettermi?
Buona la prima!
Ma sono i primi piccoli scogli: gli occhi di tutti puntati addosso, tu che tremi dalla paura di non ricordare bene le parole, la maestra sorridente che t'incoraggia..auguro a tutti i bambini di avere maestre affettuose e attente come quelle che ho avuto io!

Ho imparato ad amare le poesie molto piú tardi, anche se da subito le trovavo affascinanti e volevo sapere qualcosa di piú su chi le aveva scritte e perché.
Era una mia dote personale quella di lasciarsi poi trasportare da esse, quasi fossero le chiavi che potevano aprire un mio mondo intimo e fantastico. Del resto c'era ben poca distrazione ai miei tempi, potevi permetterti di stare ore ad occhi aperti a fissare un albero, un gatto, un cane, a costruire storie inverosimili solo con la tua fantasia senza il rischio di essere rapiti da televisione o ..internet!!

E poi ero fortunata, mi bastava leggerle una due volte e chiudendo il libro giá ero in grado di ripeterle. Stessa dote che ha mia figlia adesso. Dote da me ormai persa quando mi rendo conto che invece non ricordo nemmeno piú dove ho messo un tal documento e ho dimenticato l'ora dell'appuntamento col dottore..

Ma se questo "dono" della memoria veloce un bambino o ragazzo non l'ha? Basta il solo impegno di ripetere 10, 20, 30 volte la poesia sforzandosi di ricordarla?
Se ha reali difficoltà nell'esercizio mnemonico e dopo un'ora piena della ripetizione di parole ormai astruse, che stanno perdendo significato e senso logico, si é perso nei meandri dello sconforto?
Se dopo aver cercato soluzioni e metodi insieme per capire come poterla memorizzare, il ragazzo davvero non riuscisse ed io insegnante ne fossi testimone?

Ha realmente ancora senso impararla a memoria?

Ha ancora senso avere la sfortunata disavventura di ripeterla anche in modo incerto e claudicante davanti a tutta una classe di compagni pronti a farne motivo di scherno?
Cosa ricorderai di quella bella poesia epica, se non l'epico crollo del tuo sorriso e lo sguardo sdegnato del professore che ti sta inviando un "sms" pieno di rimprovero?

Se un ragazzo o una ragazza avesse questa difficoltà, fossi un'insegnante e me ne rendessi conto, cercherei di fare con lui un lavoro diverso, che é poi anche la cosa piú importante che vorrei fosse trasmessa a mio figlio e che non riguarda solo la poesia ma tutte le materie.


Vorrei ci si ponesse in ascolto delle vibrazioni cui quella poesia, nata da un'emozione, mi rimanda.
Vorrei farle sentire quelle vibrazioni, vorrei che i ragazzi le potessero riconoscere, che ci si calassero dentro, che le vivessero perché se sono arrivate fino a loro sono ancora vive e piene di pathos.



E se anche non l'avesse imparata a memoria quel ragazzo, vorrei potesse ricordare ciò che ha scoperto di sé grazie a quel testo che sembrava astruso ed ermetico o stupido, lontano da lui e dal suo mondo.

Ma io non sono una professoressa, solo una mamma..

E voi cosa ne pensate? Qual'é la vostra opinione?

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«Tornando alla memorizzazione alla lettera, personalmente credo che valga la pena utilizzarla solo per le poesie, che rispettano una sequenza metrica ben precisa», prosegue la professoressa De Beni. «Devo invece smentire il mito per cui imparare le poesie filo per segno faccia bene perché allena o sviluppa la funzione mnemonica: s’impara semplicemente a... imparare le poesie a memoria! Non c’è evidenza che studiare qualcosa parola per parola sviluppi la facoltà di ricordare tutto: le memorie sono di tanti tipi diversi e funzionano attraverso molteplici meccanismi. Quello che potenzia la capacità di immagazzinare nozioni esatte è capire. Capire e fare i collegamenti».











martedì 6 marzo 2018

Finocchi al gratin col piatto crisp (ma anche senza)




Ma quanto sono buoni i finocchi crudi in pinzimonio,non è vero? 
Noi li apprezziamo tanto e sappiate che per mangiarli crudi è sempre meglio comprare quelli chiamati "maschi" che sono più tondi e cicciotti rispetto alle "femmine" più lunghe e affusolate. I maschi sono adatti ad essere mangiati crudi e le femmine invece sono meno tenere.

L'involucro esterno dei finocchi comunque non è mai completamente tenero, ma è da cuocere secondo me. Ma avete presente la tristezza del povero finocchio bollito o al vapore? Eh direi di sì.. e allora diamogli una possibilità!

ingredienti:
esterno dei finocchi crudi ( quanti ne avete?)
parmigiano grattugiato a volontà


Raccogliete tutte le parti esterne del finocchio e mettetele a cuocere a vapore, io uso un contenitore apposta per il microonde perché questa operazione sia velocissima.
Ci metterete un po' d'acqua sotto e in una decina di minuti avrete i finocchi teneri ma al dente.
Se avete particolarmente fretta tagliateli come nella foto, altrimenti potete lasciarli anche interi come faccio di solito.


Quello che vedete più in basso è lo stesso contenitore che uso per cuocere tutte le verdure a foglia come spinaci, bietole o anche patate.
Pensate che per cuocere le verdure a foglia non metto nemmeno acqua, basta infatti metterle nel contenitore che è composto di tre elementi ( uno per l'acqua, uno forato per far passare il vapore e il coperchio) ancora bagnate e non troppo scolate dal lavaggio per circa 6 minuti alla massima potenza e sono cotte.


Dopo questa semplice operazione torneremo al nostro amato piatto crisp in cui potrete disporre i vostri finocchi cotti al vapore, se invece usate il forno normale andrà bene una teglia.
Sopra i finocchi ora spolverate abbondante parmigiano grattugiato. Io non metto altro ma se li volete più conditi potete aggiungere qualche fiocchetto di burro o un po di olio e.v.o.
Non serve salare il parmigiano è già abbastanza saporito.
In forno oppure nel microonde con la funzione grill crisp fino a doratura completa..che profumo! Sono croccanti e buonissimi!






contenitore per cottura a vapore nel microonde

sabato 3 marzo 2018

Pane del mattino con farina di castagne

Ascoltiamoci questa musica durante la colazione:





Questa mattina  di gelido inverno ritrovato, che a dirla tutta a me fa tanta tenerezza perché mi ricorda l'infanzia, di quando la mattina presto mi alzavo in una camera gelida, dove il piumone non esisteva ma solo coperte di lana pesanti che ti comprimevano dandoti anche un po' fastidio. C'era la mania di fasciare i letti così stretti che facevi quasi fatica ad entrarci, ma ti faceva anche sentire al sicuro, questa maniacale abitudine del lenzuolo tiratissimo e un po' scomodo..
..la colazione che mi rimaneva sempre e comunque pesante sia che fosse il classico caffelatte o tanto snob tè ( e non il tea alla straniera), con i pavesini o i wafer che erano gli unici biscotti che mi piacevano.

E poi fuori c'era la neve, i vetri ghiacciati delle finestre delle camere in cui non c'era il riscaldamento. Mentre in cucina c'era la stufa. Parlo di quando ci trasferimmo in campagna fuori città, perché in centro l'appartamento era tutto riscaldato, ma non ci lamentavamo perché amavamo la campagna.

Infilavo il loden di lana, altro che piumino! Mio padre mi portava a scuola su una strada scricchiolante, ma al ritorno prendevo il Pulman e camminavo per 3 Km a piedi.. tranne qualche volta in cui la mamma mi veniva a prendere col motorino scoppiettante, senza casco ed io mi sedevo dietro di traverso..

Vi sembrerà strano ma mi fa molta tenerezza pensare a quegli anni, così strani per la vita che si fa ora, tutta agi per i nostri figli che non devono prendere un filo di freddo, non devono bagnarsi, non devono soprattutto faticare troppo, camminare farsi della strada a piedi..ma perché? Come se i virus vivessero al freddo, sappiamo tutti che non è così e che i posti perfetti per ammalarsi sono invece gli ambienti chiusi frequentati da molte persone, il fumo di sigaretta che debilita le vie respiratorie, ecc. ecc.

Eppure vedo ancora persone che fumano accanto ai loro bambini in auto o per la strada e purtroppo anche in casa. Ma poi li coprono all'inverosimile per un inverno che non si è quasi visto..se non in questi giorni, e allora torniamo a noi.
Ieri sera ho avuto la buona idea di impastare questo piccolo panetto per la colazione di oggi. Provatelo è delizioso e morbido e potrete usare anche gli avanzi dei fiocchi di cereali che avete in casa, oppure quelli che vi indicherò.
Buonissimo anche tostato, se non volete usarlo tutto potete affettarlo e riporlo in freezer alternando alle fette di pane un foglietto di carta forno. Ne toglierete al momento quanto ve ne potrà servire mettendolo direttamente nel tostapane..uhmmm..che profumo!



Ingredienti:

100 gr di lievito madre oppure una bustina di lievito di birra secco
200 gr di farina di castagne
150 gr di farina 00
3 cucchiai di olio e.v.o.

che impasterete subito con un poco di acqua e lascerete al tiepido tutta la notte in una terrina e coperto con un canovaccio 
se usate il lievito di birra attendete semplicemente che il tutto raddoppi.

Mettete in ammollo in acqua tiepida 5 cucchiai di uvetta.

Prima d'infornare aggiungete all'impasto:

4 cucchiai di fiocchi d'avena
4 cucchiai di fiocchi soffiati di miglio ( o altro cereale che gradite)


Impastate senza comprimere troppo ma con leggerezza inglobando sia l'uvetta strizzata, che i cereali.

Ora prendete la carta forno e appoggiatevi sopra il panetto, poi copritelo, rigirando la carta senza chiuderla troppo stretta, la copertina di carta ( per tornare col pensiero al nostro letto.. non troppo stretto!) lo deve coprire ma anche lasciarlo crescere, come se fosse imbustato morbidamente. Lasciate la chiusura sopra per poterlo controllare successivamente.
Questo permetterà di farlo ancora lievitare un poco e di mantenerlo morbido oltre che di non bruciare l'uvetta.

Fate cuocere 25 minuti a 180 gradi, anche in forno ventilato se volete o statico.
Deve risultare croccante ma anche morbido dentro, controllatelo aprendo un po' la carta, e se necessario continuate la cottura dopo averlo trapassato con uno stecco che deve risultare asciutto.


Bene.  





lunedì 26 febbraio 2018

Poesia: Goccia d’amore


Agonizzante

sprofondavi nella polvere
ingoiandola
deperiva il tuo fascino.

Dov’era la luce dei tuoi occhi?

Una vita non tua
ma di riflesso
di svanita bellezza
invecchiavi
sbiadivi come un dipinto lasciato al sole.

Sprangavi l’uscio
serravi le finestre
anelando al buio.

Coprivi ogni specchio
Nella speranza di sparire.

Assetata e morente.

Assetata e morente.

All’ultima goccia di linfa vitale.


E' filtrata una goccia dal muro
acqua benedetta
da fuori
è filtrata una goccia.

Ti sei dissetata furtiva.
Dall’ inarrestabile fluente fiume
sgorgato improvvisamente dal nulla
solo per te
pronto a trascinarti lontano
pronto a dissetarti
pronto a bagnarti.

Sei uscita per guardarlo
Stupita
Inebetita
ipnotizzata
ti sei avvicinata incredula
limpida e chiara
vera acqua
solo per te.

Ne hai preso una goccia
solo una goccia
mentre ti pareva di rubare
non ti sei tuffata
né lavata
non hai bevuto.

Era troppo meraviglioso per poterne bere
Era troppo sacro per poterne approfittare
Era troppo per poterne prendere di più
ma quella goccia ti ha fatto rinascere.


Grazie❤️

Bacodaseta 1997



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