martedì 29 gennaio 2013

Il tempo tagliato


“Tutto deve finire, perché tutto possa ricominciare. Anche la

 vita. Anche l’amore”



Se dovessi rivolgermi direttamente a Silvia Longo come se

adesso fosse qui con me, con voi che leggete, ve la 

presenterei così:


"Cara Silvia posso dire che ci conosciamo da tanti anni? Se 


per conoscenza intendiamo gli scambi di pensiero, la 

collaborazione nello svolgimento di alcuni progetti comuni, 

la vicinanza virtuale ed emotiva, la partecipazione ..ebbene sì

ci conosciamo da parecchio.

Leggere un tuo scritto è paragonabile per me all'emozione 

d'intraprendere un viaggio, la tua dolcezza mi conquista, lo 

scorrere senza impedimenti delle tue parole nella 

narrazione, sintetica ed essenziale ma sempre ricca, mi 

ricarica di energia positiva.

Questo è,si fa per dire da chi ti ha letto altre volte, il tuo

primo romanzo! 

Ti auguro tutto il successo che meriti!


Ma sentiamo cosa ne pensano altri del suo libro:


Il tempo tagliato, romanzo d’esordio di Silvia Longo





Il tempo perduto, cercato e ritrovato. Il tempo avuto e quello donato; il tempo di scegliere, capire, scoprire. Il tempo della vita, della morte, infine della rinascita. Passato, presente, futuro: il tempo come parametro inestinguibile al cui confronto è impossibile sottrarsi. Il tempo tagliato è tutto questo per Viola, intensa protagonista del romanzo, la cui esistenza viene sconvolta dall’improvvisa morte del marito, acclamato direttore d’orchestra; lui devoto al tempo per deformazione professionale, una sorta di ossessione; lei anche, ma più che altro per effetto coniugale-collaterale. In seguito al lutto, interrotta la musica, Viola si trova nuda di fronte al silenzio e al rumore confuso della coscienza, vulnerabile e sola in uno stato di crisi; una crisi che, come vuole l’etimologia, non è necessariamente collasso, ma momento decisivo nel decorso di una malattia: punto di non ritorno oppure slancio verso la guarigione. E già troppo a lungo Viola è stata immobile di fronte al bivio. Il tempo tagliato è un romanzo introspettivo che, attraverso le auto-analisi mai banali di Viola e i dialoghi maieutici con Mauro, l’altro protagonista, scava sino alle profondità più celate dell’animo; ed è lì che si ritrovano quei drammi che riconosciamo come universali.  Nella vita di Viola si contrappongono due mondi all’apparenza inconciliabili: da una parte il presente, l’incontro con Mauro, inaspettato ma forse più che mai atteso; dall’altra il passato, il legame con la figlia, i ricordi, i sensi di colpa, il senso dell’assenza; un’inconciliabilità che fa apparire il futuro come qualcosa di lontano, lontanissimo e inaccessibile, in realtà vicinissimo, soltanto nascosto appena al di là della tempesta che infuria. Silvia Longo è nata il 15 giugno 1965 a Cuneo; Il tempo tagliato è il suo romanzo d’esordio per l’editore Longanesi, prezzo € 12,90.   Giorgio Zussini  




“Il tempo tagliato” di Silvia Longo

Silvia Longo è nata a Cuneo nel 1965 e vive ad Alba con il marito e il figlio. Lavora presso una cooperativa sociale che si occupa del recupero e del reinserimento di persone in situazioni di disagio.
Ho letto questo libro spinto dalla curiosità e dal consiglio di un amico sul web che ne consigliava caldamente la lettura, fin dalle prime pagine si sente la forza e la pulizia che la scrittrice Silvia Longo tratteggia nel “Il tempo tagliato”. La protagonista di questo libro è Viola donna quarantatreenne che è rinchiusa in un matrimonio perfetto, in un salto di classe che da sempre ne pregiudica l’intraprendenza e la subordinazione verso un marito, Federico, direttore d’orchestra che come in un canone perpetuo all’infinito la fa sentire di troppo, inadeguata, nella sua vita che di tanto in tanto par far fuoriuscire una nota poco stonata. C’è anche Vicky nella vita dei due coniugi, vero colpo di fulmine dell’esistenza di Viola, un rapporto ravvicinato con un padre e ancor di più con la musica, lei animo prodigio, ma anche scanzonata e irregolare, afferente a più forme e stili di musica che entrano in disaccordo con l’animo pacato, quasi assente, di quel direttore che della bacchetta fa la sua più efficace arma. Il tempo sì volatilizza, passa ed inaspettatamente detta le sue regole, la morte di Federico causata da un infarto imprevedibile lascia tutti di stucco e senza parole, sarà forse ora il momento per agire e riprendersi quel proprio io, ormai cancellato e offuscato dall’amore che ti rende dipendente. In occasione della manifestazione in ricordo di suo marito defunto, lei ospite d’onore,Viola, che deve fare le veci e gli oneri della persona scomparsa; sarà qui, che incontrerà quel intervallo irregolare, quelle note altisonanti che escono fuori quell’ordinario che ormai era diventato consuetudine, lui Mauro che le farà scoprire altro dalla vita, lui che a sua volta sfogherà tutti i suoi pensieri, problemi, vecchi fantasmi, come Viola che ormai è nuda davanti a lui e sfugge al senso comune, inerme e inebetita, sembra duramente trovare la sua dimensione fatta di un tempo che l’ha tagliata fuori, è scorso troppo in fretta, l’ha travolta come quell’onda che soleva rinvigorire e poi distruggere stranamente quella madre.
“La vita è ritmo, a partire da quello del cuore. Pulsa seguendo un’andatura personale ed è soggetta a variazioni di circostanza. E il silenzio non è un recipiente vuoto da stipare. Ma il posto della tua musica. Quella che nessuno può spiegare.”
“La morte ha uno strascico lungo, un velo da sposa abbandonata sull’altare. La percepisco come un’entità. Sì aggira ovunque. La morte è viva: la mia mente sì ostina su questo ossimoro. Leggo la morte in un volto pallido, la sorprendo nel vuoto di un paio di pantaloni troppo larghi sul dietro, la ascolto nel canto di certi uccelli che non passeranno l’inverno. La perdo di vista, ma solo per poco. La ritrovo sempre, forse è lei che vuole così. O sono io che cerco di non farmi prendere alla sprovvista. Mi chiedo, attenta che non mi legga nel pensiero, chi sarà il prossimo, e come accadrà.”
Articolo di GINO CENTOFANTE




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http://www.bresciaoggi.it/stories/Cultura_e_Spettacoli/439079_ricerca_del_tempo_quanto_va_buttato_questo__ritrovato/






Silvia Longo, alla sua prima prova, offre originalità di trama e un lessico curato e fulmineo nel romanzo Il tempo tagliato (Longanesi, 206 pagine, 12,90 euro). Vi si percepisce lo scorrere del tempo, il ticchettio di un orologio, il suono di orchestrali in sottofondo, a fare da controcanto alla narrazione, perché nell'ottica dell'autrice, il tempo è protagonista assoluto. Tempo dell'amore, delle stagioni in successione, della musica su cui sembrano fluttuare i personaggi: Viola, figura femminile enigmatica e contraddittoria che credeva di essere votata al sacrificio, quasi questa fosse una sua missione, alla ricerca del suo vero tempo interiore; Federico, l'autoritario marito, famoso direttore d'orchestra, scaramantico al punto da attribuire a un antico orologio da cui non sa separarsi la capacità di scandire il pentagramma delle sue partiture; Mauro, pure legato a doppio giro al mondo della musica, conosciuto da Viola durante una manifestazione in memoria del marito, in un caldo pomeriggio di giugno, quando ormai la vedova del grande ed egocentrico musicista si sente vuota e inutile, visto che le sue giornate, senza la presenza di Federico — la figlia ormai indipendente e lontana da casa —, sembrano ormai prive di scopo. L'incontro con Mauro, poco più che un estraneo per la donna, sarà fatale. Viola inizierà a raccontargli, nel corso di un viaggio a due che ha il sapore di una fuga, la storia del suo matrimonio, un'unione come tante e nel contempo eccezionale. Sotto i nostri occhi e dentro i nostri pensieri, si snoda il percorso vitale di una famiglia, rivelata attraverso flashback di fascino evocativo. La scrittura diventa quasi cinematografica, Viola non è soltanto con Mauro, è anche fra noi e con noi, mentre ricorda, prendendo coscienza nella scoperta di una inattesa e sconvolgente verità. Grande capacità dell'autrice è anche quella di saperci presentare un universo umano fatto di gente che non si adagia inerte, ma è animata dalla voglia di cambiamento, seppur vulnerata da mille insicurezze e contraddizioni che la musica, in gamma infinita di toni, sembra poter alleviare. «L'idea di scrivere questo libro», afferma l'autrice, «mi è venuta osservando come molte persone spesso sacrifichino il loro tempo, a causa dei troppi impegni e delle responsabilità. Succede un po' a tutti prima o poi, uomini e donne, ma in modo particolare a chi vive i rapporti affettivi senza risparmiarsi e a chi affronta il lavoro e ogni altra occupazione con un forte senso del dovere. Sentivo di doverne parlare, e spero che il mio libro possa far riflettere su quanto si soffra per la privazione del proprio tempo personale. Anche quando ce la imponiamo da soli, per rispondere a ogni esigenza intorno, che si tratti di affetti o lavoro». Tempo oggettivo e soggettivo in questo bel romanzo hanno trovato il loro significato in letteraria pienezza, e soprattutto quello di Viola da tempo tagliato, come leggiamo nel titolo, sarà nell'epilogo un tempo ricomposto e, in un certo senso, ritrovato.

Grazia Giordani
http://www.neapolisroma.it/?q=content%2Fil-tempo-tagliato-romanzo-d%E2%80%99esordio-di-silvia-longo





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