- Oggi vi propongo un libro di Anna Maria Fabiano.
Anna è una cara amica,
donna dalle mille risorse, insegna da
raccoglie emozioni e le trasmette nei suoi libri con rispetto e
grande amore per l'umanità.
Anna ama anche gli animali e li raccoglie, li cura, dona spesso
loro una nuova dimora.
Si può dire che il suo amore per gli altri si manifesta proprio
nella sua disponibilità, nell'accogliere le persone presso di sé,
esattamente come fa con queste creature.
Vi suggerisco di leggere le recensioni che troverete qui sotto
per avere un'idea del libro che vi propongo:
La piazza principale di una città ne rappresenta in qualche modo il cuore: pulsa di vita, nel suo essere luogo di incontro, di aggregazione sociale, di movimento. La Piazza con i suoi negozi, le panchine, qualche albero o portico, magari un monumento, e tutti i figuranti che vi si incrociano. Per attimi o tutti i giorni, come in un rito.
Nel gergo di chi usa gli stupefacenti, per piazza si intende
genericamente la strada, i posti in cui si va a cercare il necessario, il pane quotidiano.
Nel romanzo di Anna Maria Fabiano, la piazza è tutto questo e molto di più. Gli spazi si dilatano, mentre pure il tempo impazzisce e perde dimensioni, e la piazza diviene proscenio sul quale la protagonista, con sincerità disperata, racconta la sua StoriaCalvario. È la voce di una giovane donna, quella che ci tocca il cuore, nel suo parlarci di una vita non scelta, di un’esistenza in cui è caduta senza volerlo e impastata di ribellione necessaria, di fuga dall’ordinario e dal perbenismo imperante. Dell’urgenza, frustrata fin dall’infanzia, di essere accettata e amata per quella che è. Delle contraddizioni esistenziali e dei sensi di colpa che scaturiscono dai suoi comportamenti “devianti”, del sentirsi sempre giudicata. Perché è davanti a consesso immaginario di giudici che si presenta, senza nulla celare dei suoi trascorsi, della fragilità e della forza che le sono stati compagni nel suo andare, sino al verdetto finale. In un crescendo di grande impatto emotivo, in cui delirio e lucidità intrecciano i fili, Anna Maria Fabiano conduce il lettore parlandogli attraverso l’io narrante, con un piglio narrativo diretto e avvincente, con uno stile personalissimo che coniuga sapientemente il linguaggio colloquiale quotidiano ai modi del surrealismo.
Un libro che si legge tutto d’un fiato, prezioso nel ricordarci quanto conti il rispetto per ogni singolo percorso esistenziale, quale che sia. Quanto l’amore e l’assenza di pregiudizio possano cambiarci la vita. E quanto il perdono, sia quello rivolto al prossimo che quello diretto a noi stessi, possa salvarci, alla fine di ogni cosa.
silvia longo
Nel romanzo di Anna Maria Fabiano, la piazza è tutto questo e molto di più. Gli spazi si dilatano, mentre pure il tempo impazzisce e perde dimensioni, e la piazza diviene proscenio sul quale la protagonista, con sincerità disperata, racconta la sua StoriaCalvario. È la voce di una giovane donna, quella che ci tocca il cuore, nel suo parlarci di una vita non scelta, di un’esistenza in cui è caduta senza volerlo e impastata di ribellione necessaria, di fuga dall’ordinario e dal perbenismo imperante. Dell’urgenza, frustrata fin dall’infanzia, di essere accettata e amata per quella che è. Delle contraddizioni esistenziali e dei sensi di colpa che scaturiscono dai suoi comportamenti “devianti”, del sentirsi sempre giudicata. Perché è davanti a consesso immaginario di giudici che si presenta, senza nulla celare dei suoi trascorsi, della fragilità e della forza che le sono stati compagni nel suo andare, sino al verdetto finale. In un crescendo di grande impatto emotivo, in cui delirio e lucidità intrecciano i fili, Anna Maria Fabiano conduce il lettore parlandogli attraverso l’io narrante, con un piglio narrativo diretto e avvincente, con uno stile personalissimo che coniuga sapientemente il linguaggio colloquiale quotidiano ai modi del surrealismo.
Un libro che si legge tutto d’un fiato, prezioso nel ricordarci quanto conti il rispetto per ogni singolo percorso esistenziale, quale che sia. Quanto l’amore e l’assenza di pregiudizio possano cambiarci la vita. E quanto il perdono, sia quello rivolto al prossimo che quello diretto a noi stessi, possa salvarci, alla fine di ogni cosa.
silvia longo
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